Carlo Maria, 19/08/2007 13:58:
Secondo me siete voi che ricercate in questi prodotti supercelebrati più di quanto essi stessi desiderino fornire.
Probabilmente e' questo il punto: i termini entusiastici imperanti e i numeri del pubblico (credo sia tuttora la serie tv piu' seguita in USA) inducono ad aspettarsi troppo...
Ed e' vero quel che dici, anche House e' ripetitivo, ma e' sorretto da un cast di una bravura quasi imbarazzante e da personaggi in antitesi con quelli di CSI (sempre riferendomi agli spin-off) quanto a profondita' e sfaccettature. La superiorita', vedi anche discorso di Vinnie sul procedurale misto al medicale e sul precursore Quincy, mi sembra quasi schiacciante.
Vinnie poi parlava di estetica glamour in CSI, io pero' in qualche modo sono portato ad associare a quel termine anche una certa carica di allegria, di sciccosa ostentazione mondana, mentre nel CSI che ho visto finora nessuno ride mai, c'e' pochissima autoironia: prevale invece una seriosa
coolness a tutti i costi, vuoi per l'ambientazione e le tematiche, ma ovviamente piu' per precisa scelta. Per cui... beh, il grado estetico che viene dopo il glamour penso sia il
fetish , come dire un glamour piu' glaciale, oggettivizzato, e meno umano. Non che ci sia nulla di male in se', a patto che non sia solo una copertura di un sostanziale vuoto sottostante.
Il messaggio estetico ed etico della serie mi pare alla fin fine chiaro: siamo agenti, siamo governativi, siamo cool, siamo freddi ed efficienti, abbiamo il superpotere della scienza, vestiamo elegante e siamo superfighi. Mentre voi criminali siete solo patetici portatori di disordine, destinati alla sconfitta. A suo modo affascinante.
Per Dudley: tra i precursori dello stile visivo, oltre giustamente a Tony Scott, direi che un posto da padrino spetti ad Adrian Lyne, uno dei veri
forgiatori estetici degli ultimi 25 anni.
Sashimi