Amori...

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Slobodan
00mercoledì 18 maggio 2005 16:40
Il filosofo, 69 anni, si confessa in un'intervista a Vanity Fair
Un sentimento fortissimo, ma ricambiato in maniera "tiepida"
Vattimo rivela la sua passione
"Amo un cubista di vent'anni"
"Io gli sono fedele, è l'unico pezzo di famiglia che ho"


Gianni Vattimo
ROMA - Un filosofo di 69 anni innamorato perdutamente di un altro uomo: un ragazzo giovanissimo, ventenne, che si guadagna da vivere facendo il cubista nelle discoteche. A confessare questa passione (non del tutto ricambiata) è un personaggio noto del mondo culturale e politico italiano, Gianni Vattimo, in un'intervista rilasciata a Vanity Fair. Nella quale, a proposito dell'oggetto di tanta adorazione, dice con semplicità: "E' l'unico pezzo di famiglia che ho".

Ecco come Vattimo racconta il loro rapporto. "Lui ha per me sentimenti di devozione, amicizia, che purtroppo non sfiorano propriamente la libidine - spiega - e lo capisco anche. Io come oggetto sessuale sono uno sfacelo: ho 69 anni. Devo rassegnarmi ad amicizie da salotto, oppure posso avere qualche passione e desiderio? Ora viviamo questa storia in relativa fedeltà. Io, assoluta. A questo ragazzo tengo, perciò la sua passione tiepida non mi allontana".

Un legame difficile da digerire, anche da parte di vecchi amici, quelli che col filosofo torinese condividono battaglie culturali o politici. E infatti, alla domanda su cosa pensino della cosa le persone a lui più vicine, Vattimo risponde: "Un amico autorevole, grande scrittore, filosofo noto, mi fa: 'Ma perchè non te lo tieni per te? Capisci che è vergognoso, che te ne frega di dirti innamorato di un cubista?'. Gli davo ragione, poi ho assistito a un suo discorso e mi è sembrato di una così totale ufficialità e trombonaggine che ho detto: allora faccio bene, qui soffochiamo nel perbenismo più totale".

A questo punto il cronista di Vanity Fair chiede se il personaggio in questione non sia per caso Umberto Eco, e Vattimo replica: "Non mi faccia prendere querele, per carità, no comment".

Ma non c'è solo vita privata, in questa confessione. Il protagonista del colloquio interviene polemicamente anche su eventuali figli da affidare a coppie gay: "Con Sergio (il suo precedente compagno, ndr), morto di tumore, ci pensavamo. Però tutti parlano del diritto dei bambini di crescere con una mamma e un papà, come se non ci fossero quelli che crescono con lo zio o il nonno. Ragionando così, lo Stato dovrebbe affidare a tutti una famiglia d'ufficio. E sarebbe certo meglio che tutti avessero genitori ricchi e una casa in campagna".

(18 maggio 2005)
Red...Lady
00mercoledì 18 maggio 2005 16:46
ossignor....pure i filosofi...'sbroccano ?'


poi vanity fair,ma per pietà...
soleluna75
00mercoledì 18 maggio 2005 16:56
Re:

Scritto da: Red...Lady 18/05/2005 16.46
ossignor....pure i filosofi...'sbroccano ?'


poi vanity fair,ma per pietà...



cioè?
Red...Lady
00mercoledì 18 maggio 2005 17:02
Re: Re:

Scritto da: soleluna75 18/05/2005 16.56


cioè?


vabbè sole,potrebbe essere suo nonno,manco il padre eddai,a me che lui sia gay non interessa avrei pensato lo stesso se si fosse trattato di una ragazzina che va con uno di 70 anni...
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